Esperienza effettuata presso l’ospedale di Lomé

ATTIPOU K.*, ANOUKOUM T. * *, AYITE A. *, MISSOHOU K. *, JAMES K. *

ferita1

ABSTRACT
Uno studio prospettico è stato effettuato da gennaio 1992 a dicembre 1993 con l’obiettivo di testare l’efficacia del miele su piaghe di diversa natura.
Il gruppo era formato da 79 malati, di cui 46 uomini, 33 donne di età media dai 22,3 anni ai 69 anni.
Gli autori presentano i risultati preliminari di questo studio.

INTRODUZIONE
Il miele è stato utilizzato per il trattamento delle piaghe fin dall’antichità ed è ancora attualmente diffuso nei paesi africani e indo-pakistani, dove le piaghe infette costituiscono un problema prioritario per la salute delle popolazioni che abitano le zone rurali.
La svalutazione del denaro, il ridotto potere di acquisto hanno costretto a ricorrere a questo metodo di trattamento, semplicemente per diminuire le spese, molto onerose, delle cure tradizionali per le piaghe. Riportiamo in questo lavoro i risultati preliminari del nostro studio.

MATERIALI E METODI

Pazienti: Vedi tabella 1

TABELLA I: SESSO ED ETA’ DEI PAZIENTI.

1-10 ANNIM – F11-20 ANNIM – F21–30 ANNIM – F31-40 ANNIM – F41-50 ANNIM – F51-60 ANNIM-F61-70 ANNIM – F
11 – 612 – 37 – 43 – 63 – 94 – 46 – 1
17151191287

M=maschi F=femmine

La natura delle piaghe era di diverso tipo vedi tabella 2; la superficie media delle piaghe trattate è stata di 61 cm2.
L’aspetto delle piaghe trattate è stato molto variabile dalle piaghe più difficili, alle lesioni più o meno pulite.

TABELLA 2: NATURA DELLE PIAGHE TRATTATE.

Natura delle piagheNumero di casi%
Fascite necrotizzanteCancrena delle articolazioniUstioniUlcera tropicale alle gambeUlcera diabetica alle gambeUlcera malleolare drepanociticaPiaga traumatica delle bracciaPiaga infettata in ospedalePostumi da decubito1096961191524,0511,397,611,397,613,9111,39
Totale79100%

*Dipartimento di chirurgia viscerale e generale CHU-Tokoin – Togo
**Dipartimento di urologia B – CHU Lomé-Tokoin – Togo

TABELLA 3: FATTORI DI RISCHIO.

DIFETTINUMERO DI CASI%
DiabeteObesitàDenutrizioneInfezione HIV9611911,397,5913,3911,39
Totale3543,30

Nella tabella qui sopra sono riepilogati i fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo delle piaghe.

METODI

Il miele è stato versato, in maniera omogenea, sulle piaghe, precedentemente pulite con soluzione fisiologica. Alcune compresse di garza imbevute nel miele sono state inserite negli anfratti della piaga. Poi sono state ricoperte da compresse di garza sterili ed asciutte. La medicazione è stata eseguita ogni giorno. Sul piano batteriologico sono stati fatti dei prelievi all’inizio del trattamento con dei tamponi, uno destinato alla ricerca e l’altro per l’analisi diretta.

RISULTATI

1° Sul piano clinico
L’evoluzione delle piaghe è stata seguita dalla loro misurazione tutte le settimane. Da questa osservazione si è evinto che la cicatrizzazione è avvenuta in circa 5-7 settimane dopo l’inizio del trattamento. In effetti il tempo di cicatrizzazione varia a seconda della natura, dello stato, della localizzazione e della superficie della piaga. Ebbene le bruciature cicatrizzano più rapidamente che le altre piaghe 14 e 30 giorni rispettivamente. Le piaghe infette si sono cicatrizzate in circa 46 giorni. Le piaghe atone, le ulcere cutanee (fagedeniche, diabetiche e da anemia falciforme) degli arti inferiori cicatrizzano più lentamente che le piaghe non infette 37 e 14 giorni rispettivamente.

2° Sul piano batteriologico
I prelievi batteriologici sono stati realizzati all’inizio del trattamento e ogni 15 giorni. I germi e batteri isolati sono stati spesso l’Escherichiacoli, lo pseudomonas aeruginosa, lo stafilococco aureo e il citrobacter. I prelievi positivi diminuiscono durante il corso del trattamento con il miele vedi tabella 4.

TABELLA 4: BATTERI ISOLATI DURANTE IL TRATTAMENTO.

Battere isolatoInizio del trattamentoDopo 15 giorni di trattamentoDopo 30 giorni di trattamentoDopo 45 giorni di trattamento
Escherichia coliPseudomonas aeruginosaStaphylococcus aureusStaphylococcus albicansCitrobacterStreptococcus beta emolitico gruppo AStreptococcus fecaliProteus mirabilisEnterobacter2421196655421196113121623000010001000000
Totale9235121

DISCUSSIONE

Le virtù cicatrizzanti del miele sono dovute alle sue proprietà fisiche, chimiche ed enzimatiche.
Il miele per la sua saturazione in saccarosio ha una pressione osmotica troppo bassa e per questo inibisce la crescita batterica. Questa azione dimostrata da HERSAG e MONTENEGRO (3) è alla base del trattamento delle piaghe con il miele. Questa pressione provoca un riassorbimento dell’edema perilesionale e richiama localmente i macrofagi che favoriscono la pulizia delle piaghe.

Un aumento secondario dei fibroblasti, produttori del collagene, favorisce una cicatrice di buona qualità. Oltre a questa attività fisica, il miele contiene un principio attivo battericida, l’inibina, identificata da WHITE nel 1962 (7) con la medesima funzione dell’acqua ossigenata prodotta sotto l’azione della glucosio ossidasi secreta dalle api durante la fabbricazione del miele. Una seconda sostanza è stata identificata da LAVIE (4) e potrebbe essere estratta dal miele tramite estrazione alcoolica a freddo. Queste virtù cicatrizzanti del miele trovano ampia indicazione nei trattamenti delle piaghe. KRUNITZ e ZAISS citati da VIAU (6) trattano le piaghe con il miele e con successo senza avere disinfettato precedentemente il tessuto malato.
EFEM a Calabar (2) ha trattato 59 piaghe di tutti i tipi e ha ottenuto dei risultati soddisfacenti, Salvo in quattro casi in cui la piaga si trovava sul corpo di una persona malata terminale di cancro.

BAZIRA in Burundi (1) ha trattato più di 100 piaghe con il miele, anche quelle resistenti ai trattamenti topici locali abituali. Egli ha constatato che questa apiterapia ha permesso una guarigione precoce sul tessuto precedentemente disinfettato e pulito.

SUBRAHMANYAM (5) ha utilizzato il miele nel trattamento di 52 bruciature e ha constatato che il tessuto si è ricostituito dopo circa 1 settimana di trattamento; in media la cicatrizzazione è avvenuta in 10-15 giorni.

CONCLUSIONI

Il nostro studio che prosegue attualmente nell’ospedale conferma il risultato di questi autori. Il miele aiuta la cicatrizzazione delle piaghe e la cura ha un prezzo moderato; il trattamento può essere inserito come cura nella nostra clinica ospedaliera per minimizzare le spese indotte dai trattamenti classici delle piaghe.

BIBLIOGRAFIA
1-BAZIRA L., NDAYSABA J., ILOBONIMANA E.
Traitement des plaies par le miel 40 observations.
Press. Med. 1992, 21, 1516-1518.
2-EIFEL S.E.E.
Clinical Observations on the wound healing properties of honey
Br. J. Surg. 1988., 75: 679-681
3-HERSAG L., MONTENEGRO J.
Traitement des plaies suppurées par application de Saccharose.
Nouv. Press. Med. 1982, 11:940.
4-LAVIE P.
Sur l’identification des substances anti-bactériennes présentes dans le miel.
C.R. Acad Sc. Fr., 1963, 256:1858-1960
5- SUBRAHMANYAM M. Tropical application of honey in treatment of burns.
Br. J. Surg. 1991, 78: 497-498.
6-VIAU F. Traitement des plaies, escarres et ulcères de jambe par le sucre cristallisé.
Sem. Hop., Paris, 1986,62: 2431-2435
7-WHITE J W., SUBERS M. H., SHEPARTZ A.I. The identification of inhibine.
Am. Bee Journ, 1962, 102: 430-431.

Dopo le feste e i pasti copiosi di fine anno, oppure nei cambi di stagione, il nostro corpo ha bisogno di eliminare tutte le tossine accumulate. Cominciamo con una cura detossificante grazie al pane d’api nostro alleato detox tutto naturale!

Oggi l’aria e l’acqua inquinate, l’alcool, il tabacco, i farmaci, così come i cosmetici bombardano quotidianamente il nostro corpo di sostanze nocive.
Allo stesso tempo le nostre cattive abitudini alimentari sovraccaricano il nostro organismo di tossine. Durante le feste di fine anno poi, i lunghi pasti, spesso abbondanti, affaticano il metabolismo e rallentano il processo di eliminazione delle tossine dal corpo. Anche se le tossine finiscono, prima o poi, per uscire dal corpo è bene, ogni tanto, stimolare questo meccanismo di detossificazione attuando cicli di cure detox.  Ignorare questo aspetto della nostra salute può causare, a lungo andare, gravi problemi. Infatti, i problemi di fegato o del colon, l’obesità, i problemi cardiovascolari o, ancora, le affezioni respiratorie possono essere la conseguenza di un sovraccarico di tossine nell’organismo e possono essere più aggressivi di quanto crediamo.

Che cos’è la detossificazione?
La detossificazione è un processo naturale di eliminazione e neutralizzazione delle tossine, che avviene all’interno del nostro corpo, e che ci aiuta a mantenere la nostra salute e la nostra vitalità. Questo procedimento ci aiuta a purificare e a pulire il nostro corpo dall’interno ed agisce su vari livelli.
Aiuta a prevenire le malattie, a purificare il corpo ad aumentare il livello di energia, a migliorare la bellezza della pelle ed in più, (cosa assai gradita, visto che tra qualche mese arriverà l’estate!), aiuta a perdere qualche chilo di troppo.
Che si tratti di una semplice pulizia dopo un giorno di festa, o di una detossificazione generale più lunga, dopo un periodo di vacanza, la cura detox è una pratica benefica per riequilibrare il nostro organismo e ritrovare l’energia perduta in periodi di eccessi alimentari.
Sappiate che esistono molti metodi per detossificare il nostro corpo.
Durante una cura detox è raccomandata una alimentazione ricca di frutta e verdura fresche e l’introduzione di acqua fino a 2 litri al giorno con lo scopo di purificare l’organismo al massimo.
A completare l’azione detossificante dell’alimentazione possiamo aggiungere il pane d’api che agisce fornendo una spinta ulteriore a questo processo naturale del nostro organismo e sostenendo il lavoro del fegato che ne è il principale attore.

detox2

Che cos’è il pane d’api?
Il pane d’api è un alimento nato dal processo di fermentazione del polline operato dalle api quando l’alveare si trova in condizioni naturali.
Il polline che è subito introdotto all’interno dell’alveare si mescola al miele, agli enzimi delle api, alla propoli e alla cera dei favi.
Sotto l’influenza dei microrganismi, della temperatura, dell’umidità dell’ambiente, il polline subisce una serie di trasformazioni biochimiche e strutturali trasformandosi in pane d’api dopo circa tre mesi di fermentazione.
Il pane d’api è considerato come un vero e proprio super alimento che fornisce al corpo umano tutti i nutrienti di cui ha bisogno.
È ricchissimo di proteine, glucidi, di oligoelementi (Fe, Mn, Co, Cu, Zn, F, …), acqua, carotenoidi (provitamina A ), vitamine (E, C, K questa per trasformazioni biochimiche operate dalle api), defensine, polifenoli.

COMPOSIZIONE CHIMICA del Pane d’Api:

  • Carboidrati (glucidi) 35%
  • Lipidi: da 1 a 6%
  • Carotenoidi (provitamina A): da 200 a 875 mg/Kg
  • Vitamina E: 170 mg per 100 g di prodotto
  • Vitamina C: fino a 200 mg per 100 g di prodotto.
  • Polline, miele, propoli e tracce di pappa reale perché già presenti nella cella dell’alveare da cui avviene l’estrazione.
pane-dapi

Il suo valore nutritivo e le sue proprietà antibiotiche (per la presenza maggiore di acido lattico circa 3,2%) sono tre volte maggiori di quelle del polline in quanto è il risultato di un più ampio spettro di pollini, contiene più monosaccaridi e vitamina K ed ha un maggior contenuto di grani pollinici con esina decomposta (più assimilabile grazie alla maggiore acidità).

VALORE NUTRIZIONALE
in K/calorie 341 per 100 gr
in K/Joule 1425 per 100 gr

Il pane d’api è un eccellente complemento alimentare, sia per i bambini, che per gli adulti e può essere consumato durante tutto l’anno. Naturalmente è importantissimo trovare un prodotto il più possibile pulito da residui di fitofarmaci affinché ne siano esaltate tutte le qualità, per questo occorre affidarsi a produttori consapevoli.

I benefici del pane d’api
Il pane d’api, come abbiamo già detto, possiede una moltitudine di benefici:

  • Aiuta a detossificare il corpo dopo i periodi di eccesso
  • Protegge il fegato e l’apparato digerente
  • Mantiene l’equilibrio della flora intestinale
  • Riduce il tasso di colesterolo cattivo nel sangue
  • Previene e cura l’anemia
  • Rinforza il sistema immunitario.

Il pane d’api sembra che contribuisca a ridurre il tasso di colesterolo cattivo nel sangue, in quanto, come abbiamo visto, contiene tracce di miele e di polline che ne rinforzano le sue caratteristiche. È altresì riconosciuto che esso permette di migliorare le performance fisiche degli sportivi, apportando loro una quota ulteriore di energia. Il pane d’api è ugualmente apprezzato all’avvicinarsi dei cambi di stagione per le sue qualità antibiotiche. Ha il potere di frenare lo sviluppo dei batteri e dei virus e limitare, quindi, l’insorgere della febbre.

Come e quanto pane d’api è bene consumare?

Una raccomandazione molto utile: poiché il pane d’api è molto ricco in glucidi è bene utilizzarlo in maniera moderata, per non comprometterne i vantaggi ad esso attribuiti.
Per realizzare una cura detox a base di pane d’api bisogna consumarlo per almeno 6 settimane, ma può essere consumato, senza restrizioni, anche durante tutto l’anno.
La dose abituale è di 3 grammi per i bambini (circa un cucchiaio da caffè raso al giorno), e di 5 grammi per gli adulti (circa un cucchiaio da caffè colmo al giorno). Per non alterare le proprietà contenute nel pane da api è consigliabile conservarlo a temperatura ambiente, proteggerlo dalla luce e dal calore.
In conclusione il pane d’api è il nostro alleato detox per eccellenza, in quanto contiene, non soltanto tutti i nutrimenti essenziali di base per un’alimentazione equilibrata, ma favorisce anche i processi di detossificazione del corpo. Questo alimento è largamente consigliato per completare il regime alimentare carente degli adulti e dei bambini.
Il pane d’api è un prodotto della natura, unico, che non può essere sintetizzato in laboratorio dai benefici innegabili; ecco perché oggi è una delle migliori alternative naturali per agire come complemento alimentare in una cura detox, anche dopo le feste di fine anno e quelle che si approssimano.

Bibliografia:
– www.habeilleheureuse.com
– www.ruche.com
– Le Api – Biologia,allevamento, prodotti – A. Contessi
– Apiterapia – Cristina Mateescu – M.I.R. Edizioni
– www.passeportesante.net

Il miele è una piccola dolcezza che delizia grandi e piccini. Sempre appetibile e a volte sorprendente per il suo gusto, incanta le papille. Consumato puro su dei dolci, nel latte caldo o nel te a porta la sua dolcezza, il suo tocco zuccherino ed è una piccola carezza spirituale!

Le nostre care piccole api sono sempre straordinarie! Raccolgono nettare o Melata: esse lavorano sodo per produrre la loro preziosa sostanza.
Lo studioso Bernd Heinrich ha anche valutato il loro lavoro: per produrre un litro di miele esse effettuano più di 17000 viaggi e visitano 8700000 fiori!

Legate all’equilibrio del nostro ecosistema è fondamentale battersi per farle sopravvivere!

I benefici millenari del miele – Venerato da numerose culture, il miele ha accompagnato la civiltà nei suoi rituali. Ricordiamo gli antichi greci, per i quali il miele è stato il nettare di Dio e i romani se ne sono serviti anche per le loro ricette culinarie ed anche per fabbricare unguenti e creme.

Il miele è stato utilizzato già nell’antichità per i suoi effetti antibatterici (legati alla sua acidità e ad un enzima che produce acqua ossigenata, un antisettico ben conosciuto). Esso ha anche delle proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti.

Ogni varietà possiede delle virtù che dipendono dai fiori sui quali il polline è stato prelevato: il miele di Timo ed Eucalipto saranno di sicuro i più adatti a pulire l’apparato otorinolaringoiatrico, il miele d’Arancio a lenirlo, il miele di Rosmarino a stimolare la digestione, eccetera.

Una composizione complessa – Il miele è composto per il 75% da zucchero o più esattamente da un insieme di zuccheri (fruttosio e glucosio) direttamente assimilabili dal sangue. Il suo potere dolcificante è di 1,5 volte superiore al saccarosio, lo zucchero bianco a cui siamo abituati quotidianamente. Al suo interno possiamo trovare inoltre acqua, polline 1%, aminoacidi dal 2 al 3%, vitamine (principalmente quelle del gruppo B), polifenoli e oligoelementi.

Con una composizione variabile a seconda delle varietà di miele, esso ha un apporto nutrizionale molto più interessante dello zucchero bianco che contiene soltanto delle calorie vuote. Comunque non bisogna abusarne in quanto il miele resta comunque un alimento molto calorico.

Di Mieli ne esistono per tutti i gusti! – Esistono varietà chiare o scure e sapori così diversi e numerosi tra un miele e l’altro!
I mieli di primavera sono, in generale, chiari come Acacia, Rosmarino, Limone e Arancio e più la raccolta è tardiva durante l’annata più il loro colore è scuro come ad esempio il miele di Castagno.

È in autunno che troviamo dei Mieli con dei bei colori ambrati legnosi sono le melate di bosco, di quercia, di abete.

ape su manuka

Il miele di manuka e i suoi effetti eccezionali – Prodotto dai fiori di un arbusto della Nuova Zelanda (Leptospermum scoparium), cugino del famoso Tea tree e ben conosciuto dal popolo Maori, il miele di Manuka occupa un posto a parte in ragione della sua forte concentrazione in metilgliossale (o MGO). Questa è una molecola antibatterica e antifungina identificata come composto attivo in questo miele dal professor Thomas dell’università di Dresda in Germania; la sua origine risiede nella presenza di un precursore (il diidrossiacetone) nel nettare del fiore del Manuka.

Questa sostanza, presente anche nel miele classico in concentrazione variabile tra  1 e 10 mg per kg, nel miele di Manuka è rappresentata molto concentrata e va da 100 a 800 mg per kg. Questa caratteristica gli conferisce una maggiore efficacia contro alcuni batteri come lo stafilococco aureo e l’ helicobacter pylori, batterio che infetta la mucosa gastrica. Da notare è che il diidrossiacetone è presente solo in alcune cultivar dell’albero coltivato originariamente in Nuova Zelanda.

E’ bene considerare che il Ministero dell’Agricoltura della Nuova Zelanda ritiene che nel 2014 ben 80% del miele commercializzato a livello mondiale come manuka è stato falsificato con l’aggiunta di mieli di altra origine o con sciroppo di mais!

I mieli quindi possono essere classificati in base al loro contenuto in MGO oppure in UMF® (che è il Unique Manuka Factor  proporzionale alla concentrazione del MGO)  e che precisa il grado di attività antibatterica:  per esempio a partire da un tenore in MGO di 250 o più oppure un UMF da 15 o più abbiamo un miele con attività antibatterica  davvero importante ed efficace.

Essendo un miele d’importazione, quello di Manuka è molto costoso. Per ottenere i medesimi risultati possiamo usare il miele di castagno e di melata/di bosco oppure il miele di corbezzolo, tutti prodotti nel nostro territorio italiano, in quanto anch’essi hanno elevati valori antibatterici, e che quindi possono essere utili per le stesse indicazioni del miele di Manuka.

Che cos’è l’immunità? Essa si forma nel corso dei primi anni di vita e rappresenta l’insieme dei meccanismi che permettono all’organismo di difendersi da tutte le aggressioni esterne. Il nostro organismo è una macchina complessa dotato di un vero e proprio sistema di autodifesa dai virus e dagli altri microbi che provengono dall’esterno. La parte del nostro corpo che dirige questa autodifesa si chiama sistema immunitario, è lui che ci protegge dalle malattie, guarisce le nostre ferite, lotta contro le infezioni e preserva la nostra energia. L’immunità è influenzata da vari fattori sia in positivo, che in negativo; dipende da fattori genetici, ambientali, di comportamento, e può anche essere legata all’assunzione di determinati farmaci. Nei periodi di maggiore fragilità o in prevenzione è necessario rinforzare il nostro sistema immunitario al fine di aiutare l’organismo a combattere le problematiche future.


Il sistema immunitario nei bambini.


A partire dalla nascita il fisico dei nostri bambini deve confrontarsi con numerosi virus e batteri. Per proteggersi il bambino dispone di un sistema di difesa presente a livello sanguigno. L’immunità si costituisce nel corso dei primi anni di vita ad un ritmo più o meno rapido e dipende dalle predisposizioni genetiche ereditate dai genitori, dallo stile di vita e dall’alimentazione.
In generale un bambino con una sana alimentazione, che riposa regolarmente, che fa vita all’aperto, godendo di qualche ora di sole al giorno, ha, più degli altri, la forza per combattere le aggressioni esterne.
Ecco dunque qualche consiglio per stimolare le difese immunitarie dei vostri bambini durante questo periodo di rientro scolastico e di cambio di stagione utilizzando i prodotti dell’alveare.
I prodotti apicoli ( pappa reale, polline, propoli, miele, eccetera) si rivelano di incredibile aiuto per la vitalità dei bambini.
Il loro ventaglio di qualità, non trascurabili, li rende degli alleati ottimi sia per ritrovare energia e forza (mentale e fisica) durante i cambiamenti di stagione, sia per lottare contro le affezioni virali stagionali. Tutto ciò senza particolari effetti collaterali e senza rischio di danneggiare il corpo dei bambini.
Ecco dunque qualche tesoro dell’alveare perfetto per rinforzare le difese naturali e per aiutare il buon funzionamento generale dell’organismo dei nostri bambini.


Pappa reale pura biologica


La pappa reale è il prodotto della secrezione delle api operaie. Questa sostanza è bianca dai riflessi madreperlacei, può essere di colore giallo pallido e diventa più scura a contatto con l’aria. Il suo sapore acido e zuccherino è molto caratteristico. Si tratta di una gelatina molto nutritiva. Le larve delle api ne sono nutrite all’inizio della loro vita per potersi sviluppare, mentre l’ape regina, soltanto lei potrà consumarla per tutta la vita; da qui il nome di pappa reale. La pappa reale agisce come un tonico generale dell’organismo particolarmente indicato per stimolare le difese immunitarie.
E’ utile per colmare le carenze nutrizionali dell’organismo, regola i problemi del metabolismo e rivitalizza le funzioni fisiologiche.
Il consumo di pappa reale aiuta a combattere l’emicrania e se associato a delle tecniche antistress può farla scomparire del tutto.
Riconosciuta per le sue proprietà tonificanti e rivitalizzanti la pappa reale è un prodotto naturale spesso raccomandato in caso di stress quotidiano e di depressione. Per i bambini è un buon ricostituente e uno stimolatore delle funzioni fisiche e intellettuali. Aumenta la resistenza alla fatica e, dopo la convalescenza aiuta la ripresa delle forze. La pappa reale è un eccellente stimolatore intellettuale grazie al suo apporto in vitamine del gruppo B, in oligoelementi (fosforo, magnesio) e in aminoacidi. La pappa reale è utile in caso di insonnia ed è importante per i bambini per assicurare il recupero e lo sviluppo cerebrale grazie a dei componenti come la niacina (vitamina B3) e la piridossina (vitamina B6). Infine la pappa reale può essere utilizzata ugualmente per aumentare la memoria. Per questo motivo essa è consumata dagli studenti e può rimpiazzare certi prodotti farmaceutici.


Come utilizzare la pappa reale nei bambini.


La pappa reale è ideale per i bambini di più di 2 anni la cura raccomandata per averne un buon beneficio è di 6 settimane. Allo stato puro o mescolata a del miele al 2%, il dosaggio per un bambino è di 0,5 grammi di pappa reale una volta al giorno preferibilmente al mattino 20-30 minuti prima della colazione lasciandola sciogliere sotto la lingua.


Il polline fresco


Raccolto dalle api sugli stami dei fiori, il polline è un concentrato di proteine aminoacidi minerali e vitamine. Tonifica, stimola e riequilibra: è un vero alleato per ritrovare la vitalità e la forma fisica. Favorisce la regolarità intestinale, combatte la stanchezza e rinforza le difese naturali dell’organismo. La principale caratteristica del polline è la sua ricchezza in proteine, ma esso contiene ugualmente numerosi altri elementi (fitonutrienti) che, combinati fra loro, gli conferiscono delle grandi virtù terapeutiche. Per renderlo maggiormente biodisponibile ed approfittare, così, di tutte le sue virtù è necessario masticarlo bene.
Il polline per le sue innumerevoli proprietà e per la ricchezza di principi nutritivi è considerato un super alimento.
Elenchiamo dunque le sue proprietà valide sia per gli adulti che per i bambini:

  • Proprietà stimolanti: stimola la crescita dei bambini e permette di lottare contro la fatica fisica;
  • Rinforza le difese immunitarie: il polline tende ad aiutare il nostro organismo a sviluppare gli anticorpi contro le aggressioni esterne in quanto ricco in magnesio, ferro, cobalto e rame
  • Proprietà antibiotiche
  • Proprietà digestive
  • Proprietà antiossidanti
bambini sist immunitario

Come utilizzare il polline nei bambini.


Il polline non presenta effetti secondari, né effetti di accumulo e può essere dunque  assunto per più mesi di seguito senza pericolo. L’ideale è fare una ciclo di 7 settimane, nei cambi di stagione, ossia in primavera e in autunno, periodo in cui l’organismo è sottoposto a vari cambiamenti: passaggio dall’ora estiva, all’ora invernale e viceversa; comparsa delle patologie invernali o delle allergie primaverili….
Generalmente si consigliano due cicli annuali della lunghezza di due tre mesi. Si consuma a cucchiaini, secco, o diluito in un succo di frutta, nell’acqua, o nel tè preferibilmente al mattino. Possiamo dolcificarlo con il miele.
Una grande sinergia esiste fra polline e frutta. Se fate un’insalata di frutta al mattino ed unite insieme anche il polline, constaterete effetti più rapidi e forti, così come quando è consumato in composte o succhi di frutta.
È preferibile non consumarlo da solo.
Secondo l’età dei vostri bambini la dose di polline varierà come segue:

  • Fino a 8 grammi al giorno dai 3 ai 5 anni (un cucchiaino da caffè colmo)
  • Fino a 12 grammi dai 6 ai 12 anni (un cucchiaino da dessert colmo)
  • Fino a 15 grammi dai 12 ai 16 anni (un cucchiaio da minestra raso)

Ecco dunque che le nostre amiche api difenderanno anche i nostri bambini e li trasformeranno in veri super eroi contro i malanni stagionali.

Fonte http://www.abeille-heureuse.fr

Arnia primavera

È proprio così, anche le api hanno il concetto di casa ed è tutta una questione olfattiva!
Capita anche a noi quando ci rechiamo a casa di amici o parenti di essere accolti da un odore nuovo: ogni casa ha un suo odore , non solo anche chi la abita ha il suo odore.
È noto come, nella società delle api, gli intrusi non siano sempre ben accetti e rischino davvero la vita nel caso vogliano entrare per forza nell’alveare. Le api guardiane sono molto severe nel giudicare chi ammettere e chi aggredire come invasore.
Questa selezione avviene, sia verso soggetti di specie diversa, sia verso api provenienti da altre colonie; tutto questo serve a prolungare la sopravvivenza della famiglia.
La discriminante utilizzata dalle guardiane è l’odore cuticolare che ogni ape ha sul suo corpo e che deriva geneticamente dalla sua famiglia di origine. In pratica tutte le api con lo stesso padre e la stessa madre hanno lo stesso odore della pelle. All’interno dell’alveare, però, le api hanno tutte la stessa madre, ma parecchi padri diversi e questo potrebbe causare problemi di riconoscimento. La natura ha ovviato a questo inconveniente: nell’arnia, dove le api vivono in promiscuità, questi odori vengono passati da un corpo all’altro, per contatto reciproco e la mescolanza, lo sporcarsi con gli odori delle altre sorelle della colonia, fa sì che l’alveare prenda il suo odore caratteristico “l’odore di casa” del quale tutti gli individui che ne fanno parte sono impregnati e riconoscono come proprio.
Un altro fattore che contribuisce a creare “l’odore di casa” è la cera dei favi sulla quale si sono trattenuti gli odori cuticolari, che poi vengono rilasciati di nuovo sul corpo delle api che vi si depositano. Questi marcatori restano sulla cera e permettono alle guardiane di distinguere se, le api che arrivano, sono api di casa oppure no, e di conseguenza farle entrare o respingerle.
Alcuni studi hanno poi dimostrato che anche il nettare dei fiori, per il suo contenuto in olii essenziali, contribuisce a creare “l’odore di casa”.
La vita delle guardiane quindi si complica sempre più: chi porta qualcosa è sempre ben accetto, mentre chi arriva a zampe vuote dovrà subire un pignolo controllo. La severità nel giudizio varia poi in base alla stagione ed alla quantità di feromone reale, che la guardiana riceve. Una guardiana che riceve molto feromone reale sarà molto selettiva, mentre una che ne riceve poco sarà più permissiva. Ecco perché quando in un alveare la regina è anziana, scadente, o secerne poco feromone, o, addirittura, se la famiglia è orfana, siamo più facilmente nella possibilità che si scateni un saccheggio.
Del resto l’apicoltore più avveduto, quando apre l’arnia, annusa anche l’alveare e ci sono davvero differenze abissali tra una colonna e l’altra.
In senso metaforico, quindi, dalle api impariamo che, per ritrovare la strada di casa, perché sia veramente un ritorno a casa nella casa-anima dobbiamo seguire e affidarci agli “odori di casa”, che sono sviluppati nella nostra pelle e che sono parte del nostro derma-anima e il ritorno a casa sarà così davvero un dolce rientro.

Fonte: Le Api – Alberto Contessi

eczema

Se state cercando un trattamento naturale per l’eczema le nostre amiche api possono aiutarci.
L’eczema è una infiammazione cronica dello strato più esterno della nostra pelle. Solitamente compare durante l’infanzia e può essere un problema permanente.
Le zone interessate sono spesso pruriginose ed appaiono delle piccole scaglie rosse e brillanti. Contrariamente alle infezioni fungine, l’eczema non è contagioso e neppure causato da fattori esterni.
La causa profonda di questa condizione è una elevata reattività del sistema immunitario.
Alcune persone sono geneticamente predisposte a sviluppare l’eczema. La forma più comune di eczema è quella che interessa i bambini e si chiama dermatite atopica: le zone del corpo che ne sono colpite, in genere, sono le articolazioni.
Negli adulti invece le zone più colpite dalla dermatite sono i palmi delle mani e le piante dei piedi.
L’eczema può essere classificato lieve, moderato o severo e può portare ad una sovrainfezione batterica.
La condizione può essere aggravata dall’esposizione a fattori specifici come la polvere, il calore e la luce del sole.
Il sudore può aggravare la dermatite; anche gli sport e la vita all’aria aperta vanno purtroppo limitati in chi ne soffre.
La migliore alimentazione in questi casi consiste in verdura e frutta crude, semi oleosi, cereali integrali, legumi e tutti gli alimenti non trasformati, né raffinati. Bere molto aiuta ad eliminare le scorie tossiche dal nostro organismo e quindi è utile anche in caso di affezioni dermatologiche. Bisogna poi infine cercare di evitare abbuffate di dolci e fritti.
Il trattamento dell’eczema consiste nel riconoscerne i fattori che lo aggravano e che possono scatenarlo. Farmaci ad uso topico, come creme al cortisone e in generale a base di steroidi, possono essere utili per tenere sotto controllo l’infiammazione ed impediscono alla pelle di seccarsi ulteriormente.
Ecco alcune ricette naturali per il trattamento dell’eczema con l’aiuto delle nostre amiche api:

1  – applicare miele e cannella in polvere in parti uguali sulle parti interessate.

2 –  al mattino a digiuno bere un bicchiere di acqua tiepida con l’aggiunta di mezzo limone spremuto e un cucchiaino da caffè di miele per qualche settimana o fino allo scomparire dei sintomi.

3 –  prendere uno o due cucchiai di aceto di mele mescolato con un cucchiaino di miele in un bicchiere di acqua 3 volte al giorno ai pasti.

miele limone

I ricercatori hanno poi recentemente scoperto, che il miele ha delle importanti proprietà,  che stimolano la capacità di rigenerazione delle cellule epiteliali ed essendo un potente antibatterico aiuta a prevenire l’infezione, nonostante il film protettivo della pelle sia danneggiato.

In Metamedicina  l’eczema dei bambini può esprimere una mancanza di coccole o una separazione dalla mamma.
Negli adulti rappresenta lo sfogo delle emozioni per una perdita di contatto, una separazione da una persona che ci dava affetto, oppure da una situazione.
Può trattarsi di avere subìto assenza, partenza o lutto.
In una visione olistica la nostra pelle rappresenta il confine tra noi e il mondo esterno e, una problematica cutanea vuole comunicarci un disagio vissuto proprio in questi termini. Quindi impariamo ad ascoltare e vedere i segnali che il nostro corpo ci invia e non sopprimiamo i sintomi.